Enrico Mattei nacque ad Acqualagna nel 1906 da una famiglia modesta e iniziò a lavorare sin da giovanissimo in una conceria, dove dimostrò sin da subito le sue doti da lavoratore e, a soli vent’anni, venne nominato direttore. Nel 1931 decise di mettersi in proprio fondando un’azienda specializzata nella produzione di oli industriali e, in pochi anni, divenne un manager di grande successo.

Enrico Mattei non fu solo un imprenditore: durante la seconda guerra mondiale partecipò alla Resistenza come partigiano e nel 1943 entrò nella resistenza.

Nel 1945 fu nominato commissario liquidatore dell’Agip, l’Ente statale per la produzione, lavorazione e distribuzione dei petroli con il compito di liquidare l’azienda pubblica e di cedere ai privati il controllo dell’energia in Italia. Appena si fu insediato, però, si accorse della grande potenzialità di sviluppo dell’Ente, percependolo come una grande risorsa per il Paese. Per questo decise di opporsi alla sua chiusura e proseguire con l’attività mineraria dell’azienda.

Il 1953 fu l’anno della svolta. Mattei fu nominato presidente dell’ENI, la nuova holding pubblica che raggruppava AGIP, SNAM e ANIC e il parlamento approvò la legge che garantiva all’impresa l’esclusività dell’estrazione mineraria. Anche la politica in quegli anni cambiò con la nascita della sinistra democristiana, nella quale Mattei era uno dei più autorevoli rappresentanti. Sviluppò così un progetto che aveva come obiettivo quello di rendere energeticamente autonoma l’Italia.

Le idee di Enrico Mattei si scontravano però con le Sette Sorelle, le grandi compagnie petrolifere del mondo, che sin da subito si mostrarono ostili e cercarono di ostacolare il percorso di sviluppo petrolifero da lui ideato.

Mattei nutriva anche una grande passione per l’arte e la cultura. Per questo decise di affidare la realizzazione del mensile “Il Gatto Selvatico” al poeta Attilio Bertolucci, finanziò una grande mostra dedicata a trecentosettanta artisti emergenti e chiese al regista Bernardo Bertolucci di realizzare un documentario sulle rotte del petrolio.

Il 27 ottobre 1962, l’aereo che riportava Enrico Mattei a Milano esplose in volo e precipitò nelle campagne di Bascapè. Le idee rivoluzionarie di Mattei erano scomode a tanti, per questo, da anni, sulla sua morte aleggiano supposizioni di omicidio.

Con la sua morte termina una fase della politica economica italiana e, come dichiarò Giorgio Ruffolo, l’industria pubblica perse ogni idea chiara di quale dovesse essere il suo ruolo nell’ambito di un’economia mista.